SOCCEROAD: il calcio al tempo del coronavirus

Nel blog che, da un anno e mezzo, sta raccontando la strada del calcio di tanti personaggi che ci hanno regalato belle storie, fatte di sacrifici, avventure senza confini geografici e peripezie emozionanti, oggi a diventare protagonista è la situazione di emergenza che stiamo vivendo tutti sulla nostra pelle, nessuno escluso.

Ciò che stiamo attraversando in questi giorni (… e non sappiamo ancora per quanti altri!) è uno di quei periodi straordinari che passeranno alla storia, che rimarranno tracciati da tutti i motori di ricerca del mondo e soprattutto saranno impressi nella nostra memoria, per sempre.

Anche se siamo in attesa del lieto fine, possiamo già trarre un grande insegnamento da tutto questo: se ogni angolo del mondo è accomunato dalle stesse paure e dalle stesse speranze allora solo la solidarietà sarà la chiave per poterne uscire.

In questi giorni di vita ritirata per noi italiani, stavo riflettendo tra me e me che per la prima volta, dagli ultimi 30 anni a questa parte, il calcio è tornato ad assumere il valore che effettivamente riveste nell’arco dell’esistenza umana… Per la prima volta, nessuno o quasi ha commentato un Juventus – Inter, così decisivo per lo scudetto, che in un contesto di assoluta normalità avrebbe monopolizzato e catturato la nostra attenzione per almeno 10 giorni consecutivi tra il pre-partita e le considerazioni del post.

Cenni storici

E’ la seconda volta, invece, di una sospensione del campionato di Serie A: la prima accadde nel 1915 quando il 23 maggio l’Italia dichiarò guerra all’Impero austro-ungarico e venne chiuso il campionato. La storia ci dice che lo scudetto fu assegnato anni dopo al Genoa, squadra che era in testa al girone nord, senza prendere in considerazione la Lazio che era prima del girone centro-sud… Motivo? Il netto divario tra le due squadre, con i laziali considerati non all’altezza del confronto. Per il resto, la Serie A mai si era fermata nemmeno davanti a catastrofi e tragedie quali terremoti, crolli, uccisioni, alluvioni e tutto quello che di catastrofico può succedere nel mondo… Ma stavolta sì e a tempo indeterminato… Stavolta ne sono usciti sconfitti anche gli interessi economici, l’indotto del mondo del pallone, che sembrava mai e poi mai avrebbe potuto arrestarsi. Ma se in gioco c’è la vita di tutti allora la partita la gioca davvero ciascuno di noi.

LA PILLOLA

…L’Italia allo scoppio della 1^ Guerra Mondiale nel 1914 non entrò immediatamente nel conflitto, sfruttando una clausola del Trattato della Triplice Alleanza per dichiararsi temporaneamente neutrale (il Trattato aveva natura prettamente difensiva, ovvero ogni Stato aderente avrebbe dovuto aiutare gli altri solo in caso di attacco)…

photo, Elisabetta Baracchi

Da una parte la gente avrebbe bisogno, come mai in questi giorni, di guardarsi una partita in tv! Gioire e sperare per la squadra del cuore, perché sono queste piccole cose che alleviano un po’ le preoccupazioni e concedono attimi di leggerezza che allentano la tensione… Ma ora non si può, non si può pretendere di mettere a repentaglio la salute di ragazzi e addetti ai lavori, adesso ci si deve concentrare sui propri affetti magari condividendo spazi e interessi casalinghi, che aiutino a investire il tempo da passare in casa in maniera positiva e produttiva, esorcizzando questo tempo di attesa e la preoccupazione stressante che lo riempie.

Foto Claudio Furlan
I nuovi idoli!!!

Ora davanti alle telecamere, al centro della visibilità mediatica, devono esserci solo le persone che sono in prima linea per garantirci un futuro… Io li definirei i soldati del nuovo millennio! Dottori, infermieri, operatori sanitari in primis, ma anche autotrasportatori, commessi e tutti coloro che con il loro lavoro stanno mandando avanti il paese garantendo la nostra sopravvivenza e rischiando in prima linea per la loro incolumità. Non ci stanno mancando cure mediche, cibo, acqua, farmaci e tutti i beni di prima necessità che ci permettono di superare questo momento in cui nessuno esattamente sa cosa fare e soprattutto quando passerà.

Il calcio ha fatto giustamente il suo passo indietro, lasciando le luci dei riflettori agli idoli di oggi che sono sempre stati lì a fare il loro lavoro, ma che spesso nessuno ha considerato importanti perché i messaggi che il mondo ci dà sono altri… Stiamo capendo di aver perso nel tempo il contatto con la vita vera che quotidianamente si combatte nelle corsie degli ospedali, nelle carceri e in tutti quegli spazi di realtà sociale attiva… Dove non si ricevono medaglie né ci sono le dirette tv in mondovisione della Champions League, ma dove invece ce ne sarebbe più bisogno che altrove!

Una certezza persa, siamo spaesati

Il calcio al tempo del Covid_19 è il riflesso di tutto ciò che stiamo vivendo in questo strano, storico e maledetto marzo 2020: anche il pianeta calcio, super organizzato, programmato con una scaletta densa e definita nei minimi dettagli, non sa più che fare, non ha certezze né idee. Si naviga a vista, cambiando posizione ogni giorno, perché nessuno se la sente di prendere decisioni definitive, perché nessuno davvero può sapere come e quando si ripartirà… Forse è questa la cosa che fa più paura e impressione! Il calcio, oltre che il nostro sport nazionale, è una certezza… La certezza! Sapevamo che c’era quella partita il tal giorno a quell’ora, che c’era un calendario da “integrare” nell’agenda della nostra vita, con appuntamenti che scandivano le settimane e ci garantiva il principale momento di aggregazione tra combriccole di amici e famigliari.

E’ da tanto che si dice di fermare il calcio… “Va resettato, raso al suolo e ricostruito…”. Ma nessuno poteva però sapere che si sarebbe stoppato in questa maniera e per questo problema… Beh, ora come ora, bisogna solo comprendere da cosa ricominciare: quali sono le vere priorità?

Sono convinto che torneremo ad apprezzare il bello di un match calcistico, di un abbraccio dopo un gol, di una pizza e una birra in compagnia con la partita che scorre sugli schermi dei televisori, di un pomeriggio divertente e spensierato con i nostri figli sugli spalti dello stadio oppure della formazione giusta da schierare per battere il tuo amico al Fantacalcio!!!

Tutte cose che erano normali fino a pochissimo tempo fa, ma che oggi non lo sono più e ci mancano già da morire!

Per la prima volta lo spettacolo NON deve continuare, questa volta nemmeno Freddy Mercury avrebbe cantato: The show must go on…
Adesso tutto il nostro supporto va fortemente dirottato su questa emergenza, la partita è di tutti noi che siamo in campo per vincerla con un semplice #iorestoacasa perché solo così potremo tornare anche a godere del nostro passatempo preferito e soprattutto farlo tutti insieme!

LE COORDINATE DELLA SEMPLICE PREVENZIONE:

  • Tossire o starnutire coprendosi la bocca e il naso con un fazzoletto di carta o tenendo il gomito flesso.
    Gettare il fazzoletto in un cestino dei rifiuti e lavarsi le mani accuratamente con acqua e sapone o con un disinfettante a base alcolica.
  • Mantenere una distanza di almeno 1 metro tra te e le altre persone, in particolare con coloro che tossiscono, starnutiscono e hanno la febbre.
  • Evitare di toccarsi occhi, naso e bocca perché tocchiamo molte superfici che possono essere contaminate dal virus.
  • Informare il proprio medico se si è viaggiato in una zona dove è stato segnalato 2019-nCoV o se si è stati a stretto contatto con qualcuno che ha viaggiato in zone a rischio e presenta sintomi respiratori.
  • Lavarsi le mani frequentemente con acqua e sapone o usare un disinfettante a base alcolica se le mani non sono visibilmente sporche.

One thought on “SOCCEROAD: il calcio al tempo del coronavirus

  1. Splendido articolo. Condivido in pieno il pensiero in base al quale quando la difficoltà diventa globale allora l’arma di difesa più efficace è la solidarietà. W chi ci cura, W lo sport e W il calcio!!

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