STEFANO CORTESI: il Comandande!

Chiamatemi Comandante: questo potrebbe essere il titolo del romanzo del personaggio di oggi! Vi presentiamo così Stefano Cortesi: il suo credo e le sue storie fatte di grande calcio a tutte le latitudini.

Una vita dedicata al calcio, specie quello dei giovani, con tanti viaggi in giro per il mondo alla semplice ricerca del talento puro.

L’ultima esperienza in ordine cronologico è stata in Cina, per uno scout a tutto tondo e di grande trascorsi che ci racconterà in esclusiva.

“Sono più di 20 anni che lavoro nei professionisti, ricoprendo svariati incarichi: iniziando prima in campo come allenatore delle squadre giovanili agonistiche, per poi negli anni rivestire altri ruoli come responsabile di settore giovanile e soprattutto osservatore e talent scout per le società più importanti in Italia. In questi anni diciamo che ho acquisito un bagaglio a 360° sia in campo che fuori e anche il fatto di andare molto all’estero mi ha permesso di arricchirmi e ampliare i parametri di giudizio”.

Tante le esperienze anche in grandi club ma qual’e stata quella più formativa?

“Tutte le esperienze sono formative! Nelle grandi società, devo dire, mi sono specializzato nel ruolo, curando sfumature e dettagli ma è a Mantova che ho acquisito e costruito gran parte del mio essere. C’era un bel gruppo di lavoro e abbiamo lavorato tanto: vivevamo la società e ti sentivi partecipe del progetto in prima persona, questo coinvolgimento ti fa rendere il triplo! Per darti un’idea un anno allenavo 4 volte a settimana gli Allievi Nazionali più la partita della domenica mattina, i restanti 3 pomeriggi liberi ero impegnato nel lavoro di scouting seguendo anticipi e posticipi delle squadre avversarie del Mantova in Serie B, oppure seguivo la Primavera”.

LA PILLOLA

…”Il parametro su cui si va a lavorare è relativo ai “deficit” della squadra: il mio lavoro è quello di segnalare tutti i calciatori che ritengo bravi e di prospettiva, ma ci si deve concentrare maggiormente nei ruoli scoperti di cui necessita quella squadra in quella categoria….!”.

I requisiti del bravo scout quali sono?

“Alla base sicuramente devi avere una gran passione e una grande pazienza: per trovare un calciatore vero e adatto per certi livelli devi vedere tante partite! La cosa più importante e il segreto che fa la differenza tra uno scout bravo e uno meno sta nel vedere in prospettiva un giovane calciatore. Si parla tanto di scoperte, ma un ragazzo che gioca già in un settore giovanile professionistico e arriva a giocare in prima squadra, magari in Serie A, potrebbe non esserlo! Tra questi calciatori che quindi sono già stati selezionati, si deve essere bravi a prevedere lo sviluppo e capire fin dove può arrivare il ragazzo. Per esempio quando vedevo giocare Lewandowsky e Barella nelle giovanili già da allora avevo capito che potevano arrivare ad altissimi livelli. Si parla di scoperta, invece, quando si prende un calciatore dalle categorie dilettantistiche e lo si porta in Serie A… Per intenderci il Torricelli della situazione”.

Come si lavora nei settori giovanili per selezionare calciatori?

“Il parametro fondamentale su cui si va a intervenire è relativo ai deficit della squadra: il mio lavoro è quello di segnalare tutti i calciatori che ritengo bravi e di prospettiva, anche se ci si deve concentrare maggiormente sui ruoli che sono scoperti e quindi di cui necessita quella determinata squadra in quella determinata categoria. Il club deve fare degli investimenti economici sui calciatori e devono essere mirati in base alle loro esigenze; chiaro che se poi c’è un talento assoluto si fa lo sforzo di prenderlo anche se gioca in un ruolo già coperto in rosa”.

Che caratteristiche devono avere i calciatori oggi?

“Nei giovani la cosa che spesso attrae di più è la struttura fisica, a scapito del brevilineo; al giorno d’oggi il ragazzo piccolo fisicamente deve essere un fenomeno per poter essere selezionato perché il concetto delle società è quello di prendere un giocatore formato fisicamente e poi lavorarci dal punto di vista tecnico tattico… Il mio pensiero? Dipende da caso a caso e non devono esserci delle barriere nella valutazione di un giovane calciatore”.

Da osservatore e responsabile di settore giovanili cosa pensi della figura dell’allenatore?

“In un vivaio professionistico l’obiettivo primario dovrebbe essere quello di formare giocatori che abbiano un futuro nelle prime squadre, lavorando contestualmente sul singolo, come elemento del gruppo, per creare la squadra vincente. Per realizzare questo devi contornarti di persone giuste. Ogni fascia di età necessita di determinati pre-requisiti che vanno aldilà di quelli squisitamente tecnico tattici; nell’attività di base l’allenatore insegna calcio, fa” l’educatore” a 360°, mentre nell’agonistica l’allenatore “ fa “ calcio e la competizione deve essere parte integrante del processo di crescita personale del ragazzo. Dalla mia esperienza posso dire che ogni allenatore è portato per una determinata categoria e dovrebbe ambire a lavorare al meglio dove può incidere di più”.

Una curiosità: dove nasce il nome d’arte “Comandante”?

“Da un tatuaggio che ho sulla spalla: una volta era piccolo poi l’ho triplicato e c’è raffigurato Che Guevara. Il riferimento non è prettamente politico, ma rivedo in lui certi modi di essere, come stare dalla parte dei più deboli, essere un rivoluzionario e un guerriero nella vita. Ovunque vada, dall’Africa alla Cina, io per tutti sono il Comandante!”.

Parliamo della tua esperienza in Oriente

“E’ stata un’esperienza positiva sia dal punto di vista professionale che di vita! Mi ero stabilito a Nanjing, secondo polo commerciale della Cina dell’est dopo Shanghai, ma ho girato molto tutto il mondo tra Africa, Sud America e Europa. Il calcio italiano è più avanti, grazie alla nostra ultracentenaria storia, in Cina invece esiste da poco più di 30 anni, ma stanno bruciando le tappe, lavorando sodo e strutturandosi velocemente per colmare questo gap che ci distanzierà ancora per poco tempo”.

Nánjing è un’importante città della Cina, capoluogo della provincia dello Jiangsu, molto rilevante nel contesto della storia e della cultura cinese, essendo stata, dal 229 d.C. per lungo tempo, la capitale della Cina. Situata nei pressi del bacino di drenaggio del Fiume Azzurro e nella zona economica del delta, Nanchino è da millenni una delle più importanti città cinesi.
Su cosa stanno investendo?

“Le strutture prima di tutto: stadi nuovi, moderni, con capienze minima di 50mila posti anche in città con squadre nei campionati dilettanti. I centri sportivi sono immensi e tecnologici, pensate che tante città hanno impianti con 25-30 campi di allenamento ciascuna… Il Guangzhou arriva ad averne 48 più 1 campo centrale con 3000 posti a sedere. L’altro grande investimento che stanno facendo è sulle risorse umane importando allenatori stranieri, soprattutto dall’Europa. Sia nelle scuole che all’interno delle società ci sono tanti istruttori italiani, spagnoli che vengono affiancati da ragazzi e allenatori del posto. Stanno cercando di imparare tanto da noi e vogliono formare il loro personale per poi un giorno camminare con le loro gambe”.

La cosa che ti ha colpito di più?

“Di sicuro l’organizzazione sia in ambito sportivo che nella vita quotidiana! Tecnologicamente sono molto avanti, così il telefono è uno strumento fondamentale sia nella vita quotidiana che nel lavoro.

Il futuro di Stefano Cortesi?

“Il calcio è la mia vita, per questo sport ho dato e fatto tanto: prima del Coronavirus stavo valutando un paio di situazioni interessanti ma ora bisogna solo aspettare e sperare che questa pandemia finisca presto. Dopo più di 20 anni di calcio, mi è impossibile stare senza! Anche perché ho fatto sempre quello che mi piaceva, è stato la mia vita, la mia passione, il mio pane quotidiano”.

In attesa di scoprire dove scenderà in pista Stefano, siamo contenti di aver ripercorso la carriera insieme a lui, sicuri che a breve scriverà un’altra bella pagina! In bocca al lupo!
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LE COORDINATE DI STEFANO CORTESI:

Stefano Cortesi, Mantova 15 ottobre 1970, è un dirigente sportivo e talent scout con esperienza a livello mondiale.

  • Responsabile Scouting Cremonese calcio 2017/2018
  • Responsabile Settore Giovanile Mantova calcio 2016/2017
  • Scout Parma calcio 1996/2001

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