Francesco Franzese: un “mondo” di parate, con un tuffo nel Gange

Francesco è uno di quei personaggi che ne ha tante da raccontare. Una vita per il calcio: prima indossando la maglia, in un ruolo particolare, quello del portiere, e ora da allenatore.

Ci siamo conosciuti in giro per i campi, quando lui allenava i portieri del Chennaiyin, squadra indiana che spesso veniva in ritiro pre-campionato proprio vicino Perugia.

Oggi allena i portieri dell’Arezzo in Serie C, dopo la brillante esperienza con la Viterbese nella scorsa stagione.
Da calciatore si è tolto tante soddisfazioni, giocando nei professionisti, con ottimi risultati anche in piazze definite calde come Nocera Inferiore (Nocerina), Castellammare di Stabia (Juve Stabia) e Verona (Hellas Verona) passando per Novara e chiudendo, quasi per magia, in una realtà diametralmente opposta a tutte queste: Castel Rigone! Paesino di 400 anime a 650 m di altitudine, tra Perugia e il lago Trasimeno.

Proprio su Castel rigone e al suo Presidente, Brunello Cucinelli, più noto alle cronache come grande imprenditore-umanista, va il primo pensiero di Francesco. “Realtà TOP in tutti i sensi, con un Presidente super che è riuscito a portare fino alla serie C una squadra partita dalla terza categoria!”. Ma questa realtà merita una storia a parte… Chissà, magari più avanti lo farò!

LA PILLOLA

Francesco Franzese conta almeno 1 presenza in tutte le categorie dall’Eccellenza alla Serie B… “La Serie A? Devo raggiungerla da allenatore!!!”.

Davanti a un bel caffè iniziamo a parlare di calcio, tra progetti e ricordi. Mi racconta di essere rimasto sempre sé stesso, anche dopo il cambio di ruolo: “Sono sempre stato un uomo spogliatoio, uno che era amato e rispettato dal gruppo, pure ora da preparatore dei portieri cerco di impostare il rapporto lavorativo partendo dalla stima tra me e i ragazzi. La differenza più grande sta nel cambiare modo di vedere le cose: da giocatore si pensa molto a sé stessi, ad allenarsi e giocare; da allenatore ci sono altre mille situazioni da tenere in considerazione per portare avanti un gruppo di lavoro e quindi ottenere risultati.

Posso dire comunque che il mio vissuto completo a 360° mi aiuta tanto nella gestione delle problematiche che durante un percorso possono capitare: avendo giocato titolare (spesso!) ma essendo stato in panchina e in tribuna (pochissimo!) riesco a consigliare e approcciare bene, cercando di risolvere le situazioni e far capire come fare”.

POI LA CONVERSAZIONE SI SPOSTA SUGLI ALLENATORI CHE HA AVUTO…

“Sarri e Ventura sono quelli che già all’epoca avevano una marcia in più; devo dire che il calcio è cambiato tanto negli ultimi anni anche grazie a internet, le tecnologie e devo riconoscere che gli allenatori di oggi, più giovani, sono veramente preparati e curano maniacalmente tutti i dettagli. Come ad esempio i Mister Nofri, Sottili, Giannichedda (quest’ultimo per poco!) con cui ho lavorato nella passata stagione a Viterbo sono tutti molto preparati, con delle idee diverse tra loro ma tutte veramente interessanti e arricchenti! Oggi invece lavoro all’Arezzo: società solida, organizzata e con un bel progetto; anche Mr. Dal Canto è veramente preparato! I concetti di gioco sul possesso palla e fase offensiva sono aspetti ai quali dedica molto tempo.

Da tutti ho imparato e sto imparando ed è veramente bello far parte dei loro staff!!! I portieri una volta venivano isolati negli angoli dei campi, quasi fossero un corpo estraneo alla squadra, oggi lavorano molto di più con il gruppo, in modo più specifico e situazionale”.

CAPITOLO IMPORTANTE E’ L’ INDIA E QUINDI MARCO MATERAZZI…

“Si! Davvero una parentesi fantastica e piena di sorprese, 3 campionati che mi sono rimasti nel cuore.
Il primo anno nel doppio ruolo: tra i pali come terzo e preparatore dei portieri e gli altri 2 solo da preparatore. “Ho capito che non si può ricoprire un duplice incarico: allenarsi bene e preparare gli altri… Allora ho preferito smetterla con il calcio giocato e dedicarmi al ruolo del mio futuro. Il tutto, a dire il vero, è nato un po’ per caso: ricevetti la chiamata da Marco Materazzi quando già la squadra era in India pronta per il debutto in campionato. Feci i bagagli e partii…

A dire il vero la partenza è stata traumatica: 3 scali, 2 treni e non so nemmeno io quante ore di viaggio, prima di arrivare a Chennaiyin per l’allenamento di rifinitura in vista della prima partita. Non sapevo più chi né dove ero, tanto era stato lo sballottamento e il cambio di fuso. Un viaggio arrabattato, ma che ricordo davvero con piacere! Catapultato in campo cercai di fare del mio meglio.

La sera poi c’era la cena della squadra con tanto di compleanno di uno dei calciatori e qui – mi dice ridendo – posso raccontarti il primo aneddoto incredibile della nuova avventura! Al momento del dolce infatti, dopo una cena pre-partita diversa da quelle a cui per anni ero stato abituato, mi ritrovai coinvolto nel tipico rituale di festeggiamento che consisteva nello sporcarsi il viso con la torta per terminare con il lancio della stessa in faccia al festeggiato, il tutto animato da canti e balli. Io, abituato ai ritiri Italiani, fatti di concentrazione, riposo, alimentazione mirata, rimasi a bocca aperta difronte a quelle scene e pensai: domani di sicuro prendiamo 3 gol! E invece… Vincemmo pure alla grande e da lì iniziò il mio nuovo mondo indiano fatto di partite ogni 3 giorni, viaggi e nuove esperienze in un posto tutto da scoprire.

L’atmosfera era fantastica, stadi piedi con oltre 70mila persone ogni partita (abituato fino a pochi mesi prima ai 300 spettatori di Castel Rigone) e poi le squadre ricche di fuoriclasse assoluti: Nesta, Elano e Materazzi che erano con me, Del Piero, Trezeguet, Anelka, Zambrotta e tanti altri.
Sono stati 3 campionati indimenticabili, vissuti intensamente. Il campionato durava solo 3 mesi con un match ogni 3 giorni, si stava insieme 24h su 24 per tutta la durata del campionato: durante gli spostamenti, in hotel, mentre consumavamo i pasti giornalieri… E pensa… Perfino nel momento della preghiera… Si proprio così! Prima di ogni allenamento ci ritrovavamo per pregare e la cosa fantastica, che ricorderò per sempre, era quella che, una volta disposti in cerchio, ognuno pregava in base al suo credo! Chi musulmano, buddista, cattolico… Ognuno a modo suo, secondo la propria fede si rivolgeva al suo Dio.

Porto con me tanti altri bei ricordi, ad esempio la vittoria del campionato il secondo anno, oppure la curiosa presidentessa che girava con un libro in mano quando veniva al campo… Alla fine del primo campionato scoprii che era il bignami con le regole del calcio!!!”.

E POI C’ERA MISTER MARCO MATERAZZI…

“Eh s!! Marco lo conobbi la prima volta quando entrambi militavamo nel Perugia, lui in prima squadra con Mister Carlo Mazzone e io nella Primavera; dopo anni di carriera nel calcio (… la mia decorosa e la sua straordinaria!) ci siamo ritrovati in questa avventura indiana! Il Materazzi allenatore lì era un manager che, come in Inghilterra, curava ogni aspetto riguardante la squadra: calcio mercato, rapporti istituzionali e gestione del gruppo. Si fidava molto di noi dello staff e del nostro lavoro e con l’umiltà che lo contraddistingue, non esitava a riconoscere il nostro lavoro anche pubblicamente. Poi… La sua leadership, che definirei innata. Poche volte mi è capitato di vedere una gestione di gruppi con disciplina e coerenza, mettendo ognuno allo stesso livello sempre e comunque! Proteggeva noi dello staff e i giocatori in ogni situazione, ma guai a sgarrare… Sennò se ne pagavano le conseguenze!!! E’ anche grazie a questo clima di stima e trasparenza che siamo arrivati a raggiungere dei risultati grandiosi”.

UN ULTIMO PENSIERO A CHI VA…

“Beh, vorrei ringraziare tutti i portieri che ho allenato in India: Kerr (Nazionale Giamaicano), Edel (4 anni al PSG), Bracigliano (ex Marsiglia) e Karanjit (Nazionale Indiano) e i “miei” portieri della stagione scorsa che sono Iannarilli, il quale ha stabilito il record di imbattibilità (oggi alla Ternana), Pini e Micheli… Infine, quelli di oggi, che alleno ad Arezzo: Pelagotti, Melgrati e Ubirti, con cui spero di crescere insieme e raggiungere i migliori risultati!!! Un ultimo ringraziamento, ma il più importante va a mia moglie Tiziana… Che mi supporta e sopporta in tutte le scelte e avventure… Grazie!!!”.

Allora in bocca al lupo Francesco… e mi raccomando: evita le torte in faccia!!!

LE COORDINATE DI FRANCESCO FRANZESE

Francesco Franzese (nato a Nola, NA – 8 settembre 1981)  Allenatore UEFA B / Abilitazione Allenatore dei Portieri Professionista

  • 91 PRESENZE NEI PROFESSIONISTI TRA SERIE B – SERIE C
  • CAMPIONE D’INDIA 2016
  • SQUADRE PRINCIPALI DA GIOCATORE: HELLAS VERONA, NOVARA, NOCERINA, JUVE STABIA, CASTEL RIGONE
  • SQUADRE DA ALLENATORE: CHENNAIYIN, VITERBESE, AREZZO

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