Quando hai la passione per lo sport e uno spirito giramondo nel dna, la collezione delle avventure può essere così ricca di esperienze che tante sono le cose che puoi raccontare! Indipendentemente che siano state positive o negative, tutte col sennò di poi diventano formative e vanno tenute bene a mente!
Andrea Maccoppi è un figlio d’arte, un ragazzo cresciuto con un cognome importante e “pesante” allo stesso tempo; guai a pensare che le cose siano più semplici, anzi in questi casi devi dimostrare il tuo valore ancor di più perché la gente ti paragona sempre al “tuo” senior.
Ma se cresci con dei valori e la consapevolezza di dover dimostrare quanto vali, mettendoti in gioco, prima o poi la strada la trovi ed è quanto è successo ad Andrea, figlio di Stefano Maccoppi oggi allenatore ed ex calciatore con ben 250 partite giocate in serie A.
Andrea Maccoppi ha appena vissuto il momento più bello della sua carriera da calciatore, vincendo la Challenge League (Campionato svizzero di serie B) con il Servette FC conquistando la promozione nella massima divisione elvetica: la Super League!
“Gioia immensa davanti ad un grande pubblico e per di più arrivata contro il Losanna, squadra per la quale ho anche indossato la fascia da capitano. Vincere con questa maglia è ancora più prestigioso perché il Servette FC è uno tra i club più importanti del calcio svizzero, con 17 scudetti all’attivo e un grande presidente, che ha rilevato la squadra dopo che era fallita ben due volte negli ultimi anni, riportandola agli onori che merita”.
LA PILLOLA
…”è un vantaggio avere un papà come il mio che mi ha dato una educazione sportiva e mi ha trasmesso professionalità spiegandomi come vivere lo spogliatoio, dandomi consigli preziosi su come rapportarmi con tutte le figure che questo mondo ha”…
Ripercorrendo la tua carriera quali sono le tappe fondamentali?
“Ero nel Piacenza, dopo aver debuttato e aver giocato in prestito in terza serie ero finito ai margini della rosa… Una volta scaduto il contratto che mi legava ai biancorossi mi ritrovai senza squadra e accettai di rimettermi in gioco andando a fare un provino a Locarno; andò bene e iniziai la mia nuova carriera calcistica in terra svizzera… E non solo!”.
Infatti! Bella l’esperienza con la maglia del Vaduz, giocava in svizzera e in Europa come squadra del Liechtenstein
“Esatto, avendo vinto la Coppa Nazionale del Liechtenstein avevamo avuto accesso ai preliminari di Europa League, anche se giocavamo in campionato nella serie B elvetica. Al Vaduz FC è stata una bella parentesi della mia carriera: disputare due partite in una coppa europea è una cosa unica e affascinante! Sfortunatamente siamo usciti dalla manifestazione, con due pareggi per la regola dei gol in trasferta, ma resta l’emozione unica e la magica atmosfera che solo le partite internazionali ti danno”.
Poi l’esperienza alla corte di Mr. Zambrotta
“Era la sua prima esperienza in panchina ed è stato un onore per me essere allenato da lui; campione del mondo e soprattutto un uomo di un’umiltà straordinaria… E poi ancora in campo ci massacrava durante le partitelle d’allenamento tanto da sembrare, noi calciatori, i vecchietti”.
Hai già citato Losanna
“Due anni diversi, nel primo una salvezza con tanto di impresa e grande soddisfazione nell’espugnare Basilea, battendo la squadra più forte del campionato e il secondo, invece, finito con la retrocessione… Sono sempre esperienze importanti e che ti aiutano a maturare, il caso poi ha voluto che con il Servette vincessimo il campionato proprio contro la mia ex squadra”.
La vita in Svizzera
“Sono nove anni che vivo qua e a dire la verità non mi sono ancora abituato, tutto bello e organizzato ma non concepisco il supermercato che chiude alle 19 oppure il ristorante che dopo le 21.30 non ti fa mangiare… Anche il costo della vita è molto alto se consideri che un caffè può venirti a costare anche 3.50 euro! Poi per altre cose invece tutto fantastico: dalla burocrazia molto snella e funzionante alla pulizia e al gran senso civico. Stando qua ho avuto la possibilità di imparare tre lingue come il francese, il tedesco e l’inglese ed ora grazie a tanti compagni spagnoli che ho avuto in questi anni anche il mio spagnolo sta migliorando. Un’altra cosa di cui sono molto felice è che finalmente da due anni ho qui con me anche la mia famiglia: i primi sette anni li ho passati lontano da mia moglie e dai miei due figli ma ora sono qui con me e sto alla grande”.
La Svizzera è divisa in 26 stati federali chiamati cantoni e di ogni anno con la festa nazionale si festeggia la nascita della Confederazione datata 1 agosto 1921; ciascun cantone ha una sua costituzione un suo parlamento, un suo governo e organi giurisdizionali. Sono quattro le lingue ufficiali: tedesco, italiano, francese e romancio.
“Ho vissuto in vari cantoni e, per come sono, mi sono trovato bene ovunque, ogni luogo mi ha lasciato qualcosa, anche se ci sono differenze sia nello stile di vita che calcistico”.
La differenza di lingua e cultura si ripercuote anche nel calcio dunque
“Esattamente! Nella Svizzera italiana il calcio è più simile al nostro: tattica e organizzazione di gioco e strategia la fanno da padrone ed è lì che gli allenatori italiani vanno a lavorare come ad esempio Cavasin. Nella tedesca, gli allenamenti sono a 300 all’ora, il gioco è più rigido e schematico e te devi rimanere nei binari, limitando troppo la creatività da calciatore; nella francese il calcio è vissuto in maniera più soft e si predilige il gioco offensivo tramite possesso palla, direi simile alla spagna per intenderci”.
E te quale cultura preferisci?
“Devi prendere il meglio da tutte e tre: l’organizzazione tattica italiana, la professionalità e l’organizzazione tedesca e il calcio propositivo francese perché credo che chi ha più equilibrio è quello che ha più risultati”.
Tuo padre Stefano: che ruolo ha avuto e ha?
“Avere un padre calciatore e allenatore per molti può essere un problema perché carica di aspettative involontariamente il figlio e gli addetti ai lavori ti paragonano inevitabilmente a lui… Io posso dire che è un vantaggio avere un papà come il mio che mi ha dato una educazione sportiva e mi ha trasmesso professionalità e spiegato come si vive lo spogliatoio, dandomi consigli preziosi su come rapportarmi con tutte le figure che questo mondo ha. Ancora oggi si prodiga di suggerimenti e ne faccio tesoro, poi però come sempre ha fatto mi lascia percorrere la mia strada e fare le mie scelte senza mai influenzarmi… Lo ringrazio tanto”.
Il domani di Andrea?
“Mi piacerebbe riportare il Servette in Europa e sono convinto che con questa società e questi tifosi ce la si può fare; poi un giorno mi piacerebbe tornare a giocare in Italia… Mai dire mai nella vita ma ora mi godo questa vittoria del campionato, festeggerò questo fantastico successo e poi subito la testa al prossimo campionato di Super League”.
Il calcio con le sue gioie e dolori ti fa vivere esperienze uniche e sempre umanamente arricchenti, se poi ti porta a vivere posti e convivere con diverse culture allora le sfaccettature da cogliere diventano infinite e di sicuro per Andrea la vittoria del campionato con il Servette è solo la punta di quell’iceberg che oggi abbiamo provato a scoprire ed esplorare un po’ più a fondo.
Grazie Andrea per averci raccontato un po’ di te e un grandissimo in bocca al lupo per il tuo proseguo di carriera!
LE COORDINATE DI ANDREA MACCOPPI:
Andrea Maccoppi (Milano, 22 gennaio 1987).
PALMARES:
– 2 COPPA DEL LIECHTENSTEIN (Vaduz 2013/2014)
– 1 CAMPIONATO DI SERIE B SVIZZERO (Vaduz 2013/2014)
STAGIONE | SQUADRA | CATEGORIA | PRES | GOAL |
2004/2006 | PIACENZA | SERIE B | 2 | 0 |
2006/2007 | LECCO | SERIE C2 | 12 | 0 |
2007/2008 | VARESE | SERIE C2 | 7 | 0 |
GEN 2008 | PIACENZA | SERIE B | 1 | 0 |
2008/2009 | PIZZIGHETTONE | SERIE C2 | 24 | 2 |
2009/2010 | PIACENZA | SERIE B | 0 | 0 |
2010/2012 | LOCARNO FC | SERIE B | 54 | 2 |
2012/2014 | VADUZ | SERIE B Svizzera | 41 | 3 |
2014/2016 | CHIASSO | SERIE B Svizzera | 23 | 0 |
2016/2018 | LOSANNA | SERIE A | 51 | 0 |
2018/2019 | SERVETTE FC | SERIE B Svizzera |