E’ un cantautore e un amante del calcio il personaggio di questa storia. Oggi il nostro viaggio inizia dal calcio e la solidarietà ed entra nel profondo della vita di un artista che ha emozionato tante generazioni.
Il segreto di Marco Masini è stato quello di raccontare un’intera generazione, quella degli anni ’90, che si percepiva perdente e inutile, combattuta e minacciata da grandi problemi come quello della droga.
Successi, insuccessi, fragilità, momenti bui… Un’altalena di emozioni che mi hanno così coinvolto da volerle condividere con voi in questo blog.
Marco Masini è stato il cantante che accompagna la mia vita fin dall’ adolescenza: lo conosco da tanto ma non avevo mai approfondito la sua storia. Da poco ho avuto il piacere di incontrarlo di persona, assistere ai suoi concerti e scoprire il suo percorso.
Nazionale cantanti
“Dal ‘97 al 2020 ho fatto parte di questo gruppo fantastico, una vera famiglia, con colleghi che volevano regalare solidarietà: ho avuto la possibilità di fare qualcosa per qualcuno giocando a calcio, il mio sport preferito! Tanti i soldi raccolti per l’acquisto di materiali e attrezzature mediche e aiuti alla costruzione di ospedali… Ne vado orgoglioso, ne andiamo tutti fieri. Quando scendevamo in campo lo facevamo al massimo come fossimo calciatori professionisti: ci allenavamo e vivevamo lo spogliatoio, dove capitava anche di litigare senza mandarcele a dire. Le ultime partite le ho passate in panchina come allenatore e devo dire che il ruolo mi si addice, mi sarebbe piaciuto studiare a Coverciano… Allenare è in linea con quello che oggi sento di poter dare ad un gruppo”.
Il calcio che unisce
Non solo opere di bene, ma siamo riusciti a mettere seduti l’uno accanto all’altro i leader di Palestina e Israele, abbiamo coinvolto calciatori come Totti e addirittura ho avuto il piacere di giocare con Maradona… Entrava nello spogliatoio sapendo i nomi di tutti e ci salutava uno ad uno prima iniziare a palleggiare felice… Un uomo che si è davvero speso per la nostra causa”.
Il messaggio
“La Nazionale Cantanti mi ha dato l’opportunità di vivere i veri essere umani: bambini, adulti e meno giovani alla ricerca di vita e di un miracolo per salvarsi, per lottare e provare a venir fuori da qualcosa che è più grande di loro. Sensibilizzare i giovani alla cultura della solidarietà questo era il nostro credo, aggregare le nuove generazioni ogni volta con un obiettivo diverso, i giovani sono il futuro ed infatti i nostri ritiri erano fatti non solo di preparazione fisica e tecnica ma anche e soprattutto comportamentale per essere da esempio alle nuove generazioni”.
LA PILLOLA
…”La musica non deve per forza far pensare ma un qualche viaggio te lo deve far vivere, la musica che non porta da nessuna parte è musica inutile”…!”.
Lo sport e la musica
“Avevo 8 anni quando iniziai a giocare a calcio in strada, con il numero 10 sulla schiena cucito da mia madre, non ero il più forte ma quello che portava il pallone che all’epoca era binomio con essere il capo, ma era la musica il richiamo più forte”.
Com’era Marco Masini da bambino?
“Più o meno come il Marco adulto: la parte più pura di me dei 3, 4 e a 5 anni è rimasta, poi quando cresci sei sempre meno attratto dalle piccole cose semplici e sempre più immerso nei problemi di tutti i giorni. Ero un appassionato di strumenti musicali e di musica, non c’è stata scuola che mi potesse far abbandonare questo mondo. Provai anche un paio d’anni di ragioneria ma poi non ci fu nulla da fare: preferii andare a lavorare per comprarmi strumenti e accessori per suonare!”.
La musica che salva parte 1
“Il periodo della leva è stato contrastante: mia madre malata a casa e io in caserma a Viterbo lontano da affetti e musica… Grazie alle note però riuscii a mettere sù un’orchestra strampalata in caserma che mi permise di chiedere il trasferimento nella mia città Firenze per poter stare vicino a mia mamma… Tutto risolto dunque!”
La musica che salva parte 2
“Passai invece mesi terribili: subendo atti di nonnismo incredibili. Umiliazioni, calci pugni, scherzi pesanti… Ho vissuto il peggio del peggio rischiando la depressione: ho visto tanti ragazzi crollare durante quel periodo. Ma io avevo la musica come angelo custode e lo capii quando un generale decise di ingaggiarmi per dare lezioni di piano alla figlia tredicenne… Fu la mia salvezza perché venni spostato in armeria dove passai di grado e diventai intoccabile riuscendo a riprendere le serate con la band… La musica non salvò però mia madre che morì il giorno prima del mio congedo”.
La svolta in 3 note
“Grazie al genio Giancarlo Bigazzi iniziai a collaborare nel suo mondo facendo un po’ di tutto. Arrivai anche a fare tour con Umberto Tozzi in giro per l’Europa e il mondo… Mi sentivo pronto al grande salto e un giorno capii che tre note suonate a casa mia con mio padre che mi aspettava per pranzo avrebbero potuto cambiare tutto, tre note che sentivo e intuivo sarebbero diventate la svolta… Nacque la canzone “Superstrada” che poi fu trasformata in… “Disperato”!
Marco, il “gatto nero”
“Persone misero in giro questa storia che portavo sfiga, perché le mie canzoni parlavano di giovani che potevano aver avuto problemi e quindi momenti di smarrimento, disagio e disperazione. Andavo a prendere il caffè e la gente si girava dandomi le spalle toccandosi e facendo scongiuri, altri uscivano proprio dalla stanza! La mia carriera fu compromessa, mi crollò tutto addosso, nessuna mia canzone se pur bella e apprezzata dalle case discografiche riusciva a ridarmi un’immagine dignitosa e umana. Così che nel 2001, decisi di ritirarmi dalle scene… Non avevo altra scelta ma posso garantirti che rifarei e riscriverei esattamente tutto!”.
E’ il 17 aprile 2001 quando Marco Masini da l’annuncio pubblicamente denunciando l’accanimento della critica, della censura e di alcuni personaggi dell’ambiente dello spettacolo che avrebbero riservato un trattamento persecutorio nei suoi confronti, ritenendolo propagatore di energie negative.
Le colpe
“Forse certi miei atteggiamenti oltre che il voler difendere il disagio di quel mondo… Non sono stati capiti. Pensavo di essere invincibile solo perché vendevo migliaia di copie, avevo perso di vista la realtà e pensavo che in quel periodo di smarrimento dell’Italia, dove si stavano perdendo gli ideali potevo fare e dire qualsiasi cosa forte della mia notorietà e senso di invincibilità. Mi sono fatto portavoce di tanti ragazzi che avevano perso fiducia in sè stessi e nel mondo, volevo essere io a diffondere il loro grido di aiuto! All’epoca si andava in piazza a protestare e avevano anche senso le canzoni di protesta o di richiesta d’aiuto… Oggi non esistono più quelle canzoni anche perché non si protesta più nelle piazze ma lo si fa sui social…Oggi che tutti stanno dalla parte dei più deboli, almeno a chiacchiere, sarei stato osannato e portato come esempio ma all’epoca era diverso”.
Caro Babbo
“E’ il titolo di una delle mie prime canzoni, per un padre che soprattutto in quel momento di difficoltà dove passavo giornate a letto a pensare sapeva darmi suggerimenti per non farmi sbandare. Mi aiutò ad aprire gli occhi, a valutare i miei errori, forse perché come tutti i genitori ci sono passati prima di te. Credo che la vita sia uguale per tutti sotto questo punto di vista…Noi come i nostri genitori passiamo attraverso le stesse angosce, amori, figli, lavoro, problemi… Insomma le stesse tappe, come si trattasse della nostra versione di un viaggio che è uguale per tutti”.
Nessuna rivincita!
“La decisione di ritirarmi dalla televisione non intaccò il lavoro passato, creato con Giancarlo Bigazzi. Quando scrivi canzoni che entrano nel cuore della gente vieni sempre ricordato… Non sarei più andato in radio e TV ma niente mi avrebbe mai potuto togliere dagli stereo delle persone… Così continuai a cantare per sagre e piazze di provincia. Dopo un periodo buio e triste, decisi di reagire e capii che l’unico modo era quello di scrivere qualcosa… Qualcosa di forte tanto forte da abbattere il muro del pregiudizio e distruggere quell’etichetta che avevo ormai come simbolo. Iniziai nel 2003 pubblicando una raccolta con le migliori canzoni chiamandolo “il mio cammino” ma fu però nel 2004 quando da indipendente partecipai al Festival di Sanremo 2004 con la canzone “L’uomo volante”. Capii subito il potenziale di quella canzone, avevo 40 anni e parlavo di un figlio che non avevo mai avuto. Cambiai in quel frangente anche la mia immagine, per la prima volta ero su un palco vestito elegante e non più come un ragazzino ribelle… Fu un trionfo! Non voglio sentir parlare di rivincita ma solamente di credere fortemente nel domani… Marco era tornato!”.
Sacrifici per raggiungere l’obiettivo
“Per raggiungere un qualsiasi livello d’amore, in questo caso per la musica, devi avere un sogno e un obiettivo altrimenti è una vita inutile. Chi raggiunge l’obiettivo però lo fa attraverso un percorso fatto di delusioni, gioie, dolori, sacrifici, bellezza, tristezza”.
L’altalena
“Parlare con noi stessi è difficile perché non riesci a dirti appieno la verità invece con un amico ti confessi e dici le cose con naturalezza e intimità; con il mio amico Zibba siamo stati tanto insieme e questo ci ha dato l’opportunità di scrivere un libro (L’altalena – la mia storia) senza risparmiare nessun tipo di emozione. 58 anni di cammino, dove si possono vedere le cose in maniera diversa anche con le stesse idee di prima. 17 anni per amare mia mamma e poi gli altri per mia sorella e mio padre che ha interpretato il ruolo del doppio genitore. Negli anni 90 poi un altro affetto: il pubblico! Da loro si impara tantissimo perché il cantautore non racconta solo la propria vita ma anche e soprattutto quella degli altri”.
Un grosso errore
“Avevo trionfato a Sanremo, “l’uomo volante” mi aveva rilanciato come uno dei cantautori più apprezzati, il tour estivo era andato alla grande. Non dovevo partecipare al festival del 2005: Paolo Bonolis voleva fare una rosa di cantanti top, io da campione in carica non potevo mancare. Per andare a Sanremo però devi avere un brano forte e soprattutto un messaggio potente da trasmettere e raccontare a una platea così importante. Io non lo avevo, avevo una canzone normale… Arrivai 11esimo e tornai al punto di partenza: in ambito calcistico, da grande tifoso della Fiorentina, posso dire che è stato un po’ come scartare il portiere e invece di calciare a porta vuota tornare indietro e voler scartare di nuovo tutti”.
Cambiamenti
“Per certe cose non possiamo dire che i tempi siano cambiati. Ho cantato cose che sono ancora attuali: per esempio viviamo una guerra vicino a casa e viviamo una vita che ha bisogno di essere ordinata, calcolata, perché la crisi economica profonda in cui siamo lo impone, non è diverso da quello che succedeva negli anni novanta”.
Non si finisce mai di imparare
“Un altro Festival di Sanremo condotto e diretto da Carlo Conti, mio grande amico, consigliere e punto di riferimento da sempre insieme a mia sorella, mi ridiede slancio alla mia altalena con il brano “Che giorno è”. Federica e Daniele i miei nuovi compagni di avventura musicali mi proposero un percorso di rinnovamento… Dicevano che era stato fantastico il mio percorso ma ora dovevo evolvermi vocalmente e presentarmi al pubblico per stare al passo coi tempi. Inizia quindi il mio corso di rinnovamento grazie a Federica mi sono evoluto, sono cresciuto ritrovando la strada grazie a quel nuovo metodo… Senza stimoli non siamo nulla e senza amore attorno siamo ancora meno, questo era il suo messaggio e il mio nuovo credo”.
Squadra vincente
“Conobbi il produttore Diego Calvetti, gestiva ragazzi di talent ma anche tanti giovani autori tra cui Zibba: ci trovammo subito e iniziammo a collaborare, un giorno si alzo in piedi e iniziò a cantare una melodia che mi commosse. Quelle parole sapevano di Marco Masini. Era il 2017 e andai a Sanremo con “Spostato di un secondo”, finalmente ero felice di aver trovato una nuova grande squadra… Avevo percepito che qualcosa era davvero cambiato e sentivo che stavo per raggiungere la piena maturità che arriva per ogni artista”.
Consapevolezza
“Ricordo quando sono tornato a casa con i primi soldi guadagnati con la musica, una rivincita nei confronti di mio padre: potevo davvero vivere del mio sogno. Ma la consapevolezza va alimentata e per questo amo stare con i giovani, da loro si può imparare tanto per lasciare indietro la nostalgia e proiettarti sempre al futuro. Forse il mio successo più grande sarà la canzone che scriverò domani”.
A proposito di futuro…
“Scrivo tutti i giorni, controllo cosa succede là fuori, dopo anni privi di certezze fatti di vita senza stare insieme alla gente, senza abbracciarsi. Voglio riprendere a guardare le storie della gente che torna alla vita: storie di amore e di aggregazione, di grande felicità e di grande dolore. È il mio modo di ricominciare”.
Il mistero del fattore “F”
“Il 2023 sarà l’anno di un’importante novità: è un segreto che non posso rivelare, lo capirete nel momento in cui accadrà! Posso solo dire che non riguarda la mia sfera privata e la prima lettera della parola segreta è la F”.
F come fine oppure come fiction o altro? Non sappiamo cosa aspettarci dal 2023… Ma parlare e ripercorrere la storia di Marco è stato come fare un tuffo nel passato e, nello stesso tempo, ritrovarsi al giorno d’oggi con le stesse idee… Un po’ come camminare per strada ascoltando musica con il walkman avendo in mano il tuo smartphone.
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LE COORDINATE DI MARCO MASINI:
Nato a Firenze il 18 settembre 1964, Marco Masini eredita la passione per la musica dalla famiglia della madre, dimostrando già da piccolo un certo talento nel suonare e comporre ad orecchio.
1990 – Festival di Sanremo – “Disperato” vinse nella categoria Nuove proposte. Il suo primo album, Marco Masini, vendette 800.000 copie.
1990 – Vincitore del Festival di Sanremo col brano “Disperato”, sezione Novità
1990 – Telegatto come “Miglior rivelazione”
1991 – Terzo posto al Festival di Sanremo col brano “Perché lo fai”
1991 – Vincitore del Festivalbar con “Malinconoia”, categoria Album
1991 – Telegatto come “Miglior cantante maschile”
1992 – Premio “Miglior artista italiano” ai World Music Awards
2004 – Vincitore del Festival di Sanremo col brano “L’uomo volante”
2007 – Premio “Originalità del progetto discografico” per l’album Tozzi Masini ai Venice Music Awards
2009 – Premio “Miglior cantautore” ai Venice Music Awards
2012 – Premio Lunezia – per il tributo a Giancarlo Bigazzi
2013 – Vincitore di Canzonissima col brano “Cosa resterà degli anni ’80”
2015 – Terzo posto nella “Serata Cover” al Festival di Sanremo col brano Sarà per te
2017 – Terzo posto nella “Serata Cover” al Festival di Sanremo col brano Signor tenente
2019 – Premio speciale Sony Music per le oltre 1.000.000 di copie vendute
2021 – Vincitore dello Zecchino d’Oro col brano Superbabbo, interpretato da Zoe Adamello.
- 1991 – Malinconoia oltre 1 milione di copie
- 1993 – T’innamorerai oltre 700.000 copie
- 2004 – 1° posto Festival di Sanremo – “L’uomo volante”
- 2015 – 6° posto Festival di Sanremo – “Che giorno è”