La famosa canzone di Ligabue dal titolo una vita da mediano fa da sottofondo alla storia di oggi! SOCCEROAD incontra un personaggio che per anni è stato un esempio, un leader oltre che uomo vero in tante squadre e in tanti spogliatoi.
Renzo Tasso oltre che il mediano per tanti anni ha indossato la fascia da capitano, allora, più che oggi, era un simbolo e un riconoscimento fondamentale all’interno di una squadra di calcio.
Lontano dalla luce dei riflettori, silenzioso e mai sopra le righe fuori dal campo, un leone un condottiero e un trascinatore in campo con tante battaglie vinte e mille emozioni.
“Mi ritengo una persona fortunata ad aver vissuto il calcio negli anni ’90 e 2000; c’erano regole, valori, gerarchie e tanto rispetto per la figura dell’allenatore e dei calciatori più anziani. Ho visto il passaggio dalle scarpette in pelle nera a quelle in plastica fluorescente e dalla vecchia maglia della salute a quella termica elasticizzata!”.
Una lunga carriera da calciatore
“Tanta partite, tante soddisfazioni e anche momenti difficili, come spesso succede a chi vive questo mondo. Uno dei momenti più importanti è stato il debutto in Serie B con la maglia del Perugia, contro il Piacenza in un “Curi” pieno. In panchina c’era Castagner e la vittoria sfumò nel finale per colpa di Pippo Inzaghi che pareggiò il gol del mio compagno di reparto Matteoli… Di quella squadra facevano parte molti giocatori che oggi sono allenatori come Camplone, Giunti e Cornacchini”.
LA PILLOLA
…”Devi essere l’allenatore giusto con il gruppo giusto. E’ un errore pensare che i giovani d’oggi ragionino e si comportino come noi… Il mondo cambia e bisogna stare al passo con le evoluzioni… Penso ad esempio agli smartphone e ai social network..!”.
Poi un brutto incidente ha cambiato le cose
“Dopo il primo anno al Perugia ero diventato un punto fermo del centrocampo e avevo richieste anche dalla Serie A ma purtroppo un giorno ebbi un incidente… Venni investito da un’auto e c’è voluto tempo per tornare a giocare. Lì per me iniziò una nuova carriera, sempre nei professionisti, ma senza più sogni di gloria. Mi sono rialzato e il percorso tra serie B e serie C è stato lungo e a 34 anni ho avuto la possibilità di riconquistarmi la Serie A con il Rimini. Quell’anno giocammo contro Juventus, Napoli e Genoa… Tutte e tre per diversi motivi nei cadetti, senza una di queste squadre sono sicuro che il Rimini sarebbe salito in serie A”.
Compagni di squadra che potevano fare di più o che non pensavi potessero arrivare
“Ho giocato con tanti bravi calciatori e Handanovic era già un fenomeno, ero sicuro che avrebbe fatto una grandissima carriera come sta facendo; poi c’era Sergio Floccari che per me è stato l’attaccante più forte con cui ho giocato: era completo e forte in tutto, doveva crederci di più perché aveva il potenziale per giocare in una grandissima squadra e fare una carriera migliore di quella, se pur buona, che ha fatto. Un calciatore che invece mi ha sorpreso in positivo è stato Cristiano Lucarelli: ai tempi del Perugia era giovanissimo ma lo vedevo sovrappeso e con quel modo di fare da sbruffone che non pensavo potesse sfondare… Mi sono dovuto ricredere!”.
Chi meglio di te può spiegarci il ruolo di capitano
“Aldilà di chi indossa la fascia, la leadership te danno gli altri, i compagni, io mi comportavo da capitano anche quando la fascia non l’avevo e mi sono sempre esposto nel bene e nel male. Se ti esponi devi essere credibile e soprattutto senza aver vantaggi personali da trarne”.
I ricordi più belli
“Credo che dopo il debutto in Serie B l’altro momento che mi è rimasto nel cuore è stato il ritorno a Padova, da ex con la maglia del Rimini; negli anni vissuti con i bianco-scudati, avevo sempre fatto il mio ogni partita ma non ero stato mai veramente osannato. Quel giorno invece ricevetti una targa dalla società e soprattutto prima della partita i tifosi issarono uno striscione lungo tutta la curva e si alzarono numerosi cori verso di me… Andai sotto i tifosi, che erano tutti in piedi ad applaudirmi, e fu difficile per me trattenere le lacrime dall’emozione!”.
Da raccontare anche l’esperienza in Europa League
“Conoscevo l’allenatore del Juvenes, squadra di San Marino, che si era qualificata per i preliminari di Europa League; sono stato felice di fare quest’ esperienza alla fine della mia carriera… Sono state 4 partite veramente dal sapore europeo. Tutto il rituale era gestito dalla UEFA, con gli spostamenti 2 giorni prima della gara, la rifinitura negli stadi, le riunioni con i vertici dirigenziali etc… Per la cronaca ho giocato contro Hapoel Tel Aviv e Polonia Varsavia FC contro la quale ce la siamo giocata perdendo la partita di andata di misura 1-0. Ma la cosa più bella era vedere lo spirito dei miei compagni di squadra, tutti ragazzi per i quali il calcio era solamente un hobby, un dopo lavoro insomma; vedevo in loro così tanta passione ed emozione nel giocare quelle partite che mai ho visto in tanti altri calciatori professionisti”.
Passiamo ora alla tua nuova vita, quella da allenatore
“Bella, difficile e stimolante; l’allenatore di oggi deve essere tutto! Oltre la preparazione tecnico-tattica devi essere bravo a livello gestionale, devi essere coerente sempre e avere le idee giuste… Poi ci vuole la fortuna di essere l’allenatore giusto, con il gruppo giusto. Non dobbiamo fare l’errore di pensare che i giovani di oggi ragionino e si comportino come noi… Il mondo cambia e bisogna stare al passo con le evoluzioni… Penso ad esempio agli smartphone e ai social network.
Quale è la tua ricetta
“Tener conto di tutti e per farlo conosco un solo modo fatto da chiarezza, essere diretti e appunto coerenza tra quello che dici e quello che fai. La prima cosa che dico il primo giorno con qualsiasi nuovo gruppo è che non accetto le spie; il confronto, il dialogo, essere persone vere danno la serenità e la fiducia perfetta per affrontare tutte le difficoltà. Per me il rapporto all’interno dello spogliatoio è sacro! Anche se la gestione di ogni calciatore è diversa… Io parlo davanti a tutti, scendendo nello specifico in “modalità privata”. Il calcio è semplice ma è fatto di regole e io pretendo tanto dai miei calciatori ma allo stesso tempo sono anche il primo a difenderli da tutto e tutti, sempre e comunque”.
Chi sono stati i tuoi modelli o maestri a cui ti inspiri?
“Ho avuto grandi maestri di calcio ma carenti dal punto di vista umano e pure il contrario; ad esempio Mister Varrella: era preparatissimo in campo e all’avanguardia, vent’anni fa parlava e allenava le transizioni nel calcio, poi però faceva fatica a livello di rapporti. Ricordo con stima e rispetto Castagner e Acori, allenatori capaci di incidere in maniera profonda a livello di spogliatoio e anche Novellino, specie quello degli inizi, grande lavoratore e insegnante”.
Hai fatto anche il vice allenatore nei professionisti: parlaci di questo ruolo
“Un lavoro di una importanza miliare: oltre l’apporto in campo è fondamentale quello psicologico e di rapporto con i giocatori. Certe cose le devi risolvere senza che nemmeno l’allenatore le sappia, devi essere bravo e avere la fiducia dei calciatori, senza tradirli. Nello stesso tempo tutti devono essere consapevoli del tuo rapporto con l’allenatore che è fortissimo e inscalfibile… E’ stato bello ricoprire questo ruolo con il mio amico Giovanni Cornacchini”.
Hai deciso però di intraprendere la tua carriera da Head Coach
“Ho voluto provare ad allenare in prima persona, non credo di essere predisposto per fare il vice perché tendo ad impormi… Con Giovanni c’è un legame fortissimo, lui accettava solo offerte dove poteva portare anche me… Da una parte è ammirevole dall’altra non volevo essere io a condizionare le sue scelte e di conseguenza la sua carriera… Ho deciso di prendere una squadra anche per liberarlo da questa situazione”.
Presente e futuro di Mister Tasso
“Sono stato a casa cinque mesi per aspettare un’occasione giusta e adatta al mio modo di fare calcio… Ho scelto la Tiferno 1919 non solo per la tradizione calcistica di questa città ma soprattutto perché credo nella società, negli uomini di calcio Giorni e Falcinelli con i quali c’è un bel confronto e tanta voglia di programmare. Qua a Città di Castello, entrando in corsa, ho rilevato un’eredità pesante perché questa squadra viene da due campionati vinti e una coppa regionale vinta. Ho percepito del malumore appena sono arrivato ma anche una squadra che dal punto di vista fisico stava molto bene e per questo va dato merito al mio predecessore; ho lavorato sulla mente e i risultati sono arrivati. Ora vediamo l’evolversi di questa situazione, speriamo di tornare presto a respirare prima la normalità e poi l’atmosfera di una bella partita di calcio. Per il futuro l’ambizione è quella di tornare ad allenare nei professionisti ma solo ed esclusivamente con le mie forze, conquistandomi tutto sul campo”.
Sono davvero tante le storie che Renzo può raccontare, da capitano navigato ne ha viste e sentite tante, ma lui, sempre umile e disponibile a prendersi le responsabilità, ha fatto una carriera speciale quando il calcio era fatto di veri uomini e tutto quello che ottenevi era frutto di sudore e sacrifici… In bocca al lupo per la tua carriera da allenatore che siamo sicuri sarà importante e piena di grandi soddisfazioni!
LE COORDINATE DI RENZO TASSO:
Renzo Tasso, Gubbio (Perugia) 24 febbraio 1973 è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo centrocampista.
– 1 CAMPIONATO DI SERIE C1 (RIMINI 2005)
– 2 CAMPIONATO DI SERIE C2 (GUALDO 1994 – PADOVA 2001)
– 1 SUPERCOPPA DI SERIE C1 (RIMINI 2005)
– 1 COPPA TITANO (JUVENES/DOGANA 2009)
– 3 PRESENZE IN EUROPA LEAGUE
– 130 PRESENZE IN SERIE B
– 164 PRESENZE IN SERIE C1
– 119 PRESENZE IN SERIE C2
CARRIERA DA ALLENATORE | ||||
STAGIONE | SQUADRA | CATEGORIA | ||
2019/2020 | TIFERNO | ECCELLENZA | ||
2018/2019 | FABRIANO CERR. | ECCELLENZA | ||
2017/2018 | GUBBIO | SERIE C | VICE | |
2016/2017 | VITERBESE | SERIE C | VICE | |
2014/2016 | ANCONA | SERIE C | VICE | |
2012/2014 | GUBBIO | U18 | ||
2011/2012 | GUBBIO | U14 | ||
2010/2011 | BASTIA | ECCELLENZA | ||
CARRIERA DA CALCATORE | ||||
STAGIONE | SQUADRA | CATEGORIA | PRES | GOAL |
2010/2011 | BASTIA | ECCELLENZA | ||
2009/2010 | PONTEVECCHIO | SERIE D | 8 | 0 |
2009 | JUVENES D. | P.LEAGUE – RSM | 3 | 0 |
2007/2009 | BELLARIA I.M. | SERIE C2 | 54 | 1 |
2005/2007 | RIMINI | SERIE B | 60 | 0 |
2003/2005 | RIMINI | SERIE C1 | 60 | 0 |
2001/2003 | PADOVA | SERIE C1 | 56 | 3 |
2000/2001 | PADOVA | SERIE C2 | 33 | 0 |
Gen 2000 | SAVOIA | SERIE B | 19 | 0 |
1998/2000 | FIDELIS ANDRIA | SERIE B & C1 | 34 | 0 |
Gen 1998 | COMO | SERIE C1 | 7 | 0 |
1997/1998 | PERUGIA | SERIE B | 2 | 0 |
1996/1997 | ASCOLI | SERIE C1 | 15 | 0 |
Gen 1996 | CASARANO | SERIE C1 | 16 | 0 |
1994/1996 | PERUGIA | SERIE B | 22 | 0 |
1993/1994 | GUALDO | SERIE C2 | 32 | 3 |